“L’essere umano ha da sempre avuto l’impulso di rappresentare l’armonia inerente nelle fattezze del corpo umano. L’equilibrio delle varie parti anatomiche e l’espressività che scaturisce dalle loro interazioni è stato argomento di rappresentazione visiva durante millenni. Vi sono immagini corporee, anche tra quelle molto antiche, più eloquenti dell’espressione del viso di una persona”
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“Nel ritratto il rapporto tra autore e soggetto è sostanzialmente differente nella pittura e nella fotografia. Nel primo caso il soggetto accetta di “posare” per il pittore, cioè di lasciarsi congelare in atteggiamenti scelti di comune accordo e tali da potersi riprodurre da seduta a seduta con impercettibili variazioni. Si affida completamente all’ispirazione e alla capacità del pittore: le sue apparenze saranno destinate a contare fino a un certo punto, sarà l’estro dell’artista a determinare l’immagine. Nel caso della fotografia la situazione è differente, perché il soggetto sa che le sue apparenze apporteranno all’opera un contributo imprescindibile. Si tratterà pertanto di un incontro\scontro di due universi, ciascuno con le sue chiusure, le sue valenze aperte, i suoi desideri di proiezione, i suoi aneliti di riconoscimento”